Sandro Pertini

Il presidente di tutti gli italiani

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Sandro Pertini, all'anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Pertini (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990), è stato un politico, giornalista e partigiano italiano.

Fu il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica.

Fu uno dei massimi esponenti dell’antifascismo e, durante il ventennio, fu esule in Francia dove, per guadagnarsi un misero stipendio, fece i lavori più umili.

Dopo il 25 luglio 1943 Pertini rientrò in Italia assumendo, con Nenni, Saragat e Basso, la guida del Partito Socialista e, con il comunista Emilio Sereni e l’azionista Leo Valiani, la guida del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (C.L.N.A.I.).

Fu proprio in virtù di tale carica che, il 25 aprile 1945, promosse l’insurrezione nazionale contro i nazi-fascisti: l’Italia era finalmente libera e si apriva una nuova era di pace e di sviluppo.

Pertini partecipò fin da subito alla vita politica del Paese e del suo partito in seno al quale fondò una piccola corrente il cui compito era quello di mediare tra le posizioni di Nenni e quelle di Saragat: ciò non gli riuscì e vi fu la scissione di Palazzo Barberini.

Custode dell’autonomia socialista e dell’unità del movimento dei lavoratori si oppose all’esperienza del Fronte Popolare in quanto minava l’indipendenza del PSI rispetto al PCI e non fu entusiasta del centro-sinistra poiché discriminava i comunisti e metteva fine alla stretta collaborazione tra i due principali partiti della sinistra.

Fu fu eletto alla Presidenza della Repubblica nel '78 con l’appoggio di tutti i partiti democratici ed antifascisti dopo essere stato candidato a tale carica dal democristiano Benigno Zaccagnini, dal comunista Alessandro Natta e dal repubblicano Ugo La Malfa.

Ma ben oltre i formalismi che il ruolo istituzionale conferisce, Sandro Pertini (non a caso il presidente più amato dagli italiani), rivoluzionò il rapporto tra la prima carica dello stato e i suoi concittadini, la sua forte personalità, la sua straordinaria, sofferta e fiera esperienza umana ridiedero slancio e fiducia agli italiani ormai delusi dalla politica fatta non tra la gente ma nella stanza dei bottoni.
Il modo con cui ad un età considerevole, rappresentò il nostro paese in moltissimi viaggi all’estero e in Italia, sia in occasioni liete ( su tutte il mondiale spagnolo del 1982) che infauste (la strage di Bologna, Ustica, la tragedia del bambino di Vermicino, il terremoto in Irpinia, l’assasinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa) lui c’era sempre con il suo spirito critico, la sua forte carica umana, a dimostrare la presenza delle istituzioni e il loro sostegno vero, il loro dolore composto e partecipe.
Grande comunicatore, non perse mai la sua straordinaria schiettezza, e la forte carica emozionale che le sue parole effondevano. 
Nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all'estero una popolarità paragonabile.

Ricevette lauree honoris causa nelle più prestigiose università, divenne accademico di Francia, fu costantemente ricercato dagli organi di informazione stranieri. L’immagine dell’Italia con lui migliorò.

Tale comportamento fecero dell’anziano esponente socialista il presidente più popolare e più amato dagli Italiani, poiché, come ha scritto Indro Montanelli “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”.

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